si definisce parametrizzazione di curva una funzione continua
φ:I→X
Dove I è un intervallo della retta reale, e X è un qualsiasi spazio topologico (può ad esmpio essere il piano cartesiano R2 o lo spazio R3 , o più in generaleRn.
SOSTEGNO DI UNA CURVA
L’immagine (codominio) φ(I)={x(t),y(t):t∈I} di una curva è detta sostegno o grafico (non coincide con la funzione, infatti per valori diversi del parametro di ingresso la curva può passare più volte dallo stesso punto)
Sono tre curve diverse in quanto cambia l’insieme di definizione.
La prima φ1rappresenta un quarto di circonferenza, la secondaφ2 e la terzaφ3 rappresentano una circonferenza completa di raggio unitario e centro nell’origine.
φ4e φ5hanno entrambe lo stesso sostegno (un arco di parabola), ma orientazione opposta.
Applicazione delle curve per rappresentare fenomeni fisici
LEGGE ORARIA: In fisica la funzione così definita f:I→R3si utilizza per rappresentare la legge oraria che descrive il movimento di una particella nello spazio.
φ(t)=(x(t),y(t),z(t)),t∈[0,Tobs]
φ(t) è un vettore che rappresenta all’istante generico t la posizione del corpo.
CURVE PIANE
si parla di curve piane quando, il sostegno è nel piano cartesiano R2 (φ:I→R2)
ARCO DI CURVA
Se una curva è definita su intervallochiuso e limitato I=[a,b] allora è anche detta anche arco di curva.
CURVA CHIUSA
Un arco di curva si dice curva chiusa se φ(a)=φ(b)
CURVA SEMPLICE
Una curva φ:I→Xsi dice semplice se φ(t1)=φ(t2)∀t1∈I,t2∈Io,t1=t2
La scrittura ∀t1∈I,t2∈Io, pone una sottigliezza nella definizione: cioè tiene conto del fatto che una curva chiusa può essere semplice: infatti se I=[a,b] eφ(a)=φ(a) si ha che a,b∈/Io,mentre la definizione dice che almeno dei due punti che si confrontano deve essere interno all’intervalloI
CURVA DI CLASSE C1
una curva φ:I→Rnsi dice di classe C1, se le sue componenti x(t) e y(t) sono derivabili con derivata continua.
CURVA REGOLARE
Una curva di classe C1, si dice curva regolare se φ’(t)=(x’(t),y’(t))=(0,0)∀t∈Io
RETTA TANGENTE AD UNA CURVA NEL PIANO CARTESIANO
La curva deve essere regolare nel punto in cui si vuole costruire la retta tangente, cioè deve esistere un intervallo che circonda t0, in cui la curva risulti regolare.
(x−x(t0))y’(t0)=(y−y(t0))x’(t0)
VERSORE TANGENTE AD UNA CURVA NEL PIANO CARTESIANO
Un generico vettore tangente alla curva è dato da: φ’(t0)=(x1′(t0),..,xn′(t0))
Se si normalizza tale vettore allora abbiamo costruito un versore tangente alla curva nel punto t0 . In R2 l’espressione diventa la seguente (facile poi generalizzare ad Rn:
Sia v=(a,b) un generico vettore normale, i vettore ortonormali ad esso sono dati da w1=(b,−a) e w2=(−b,a). Scegliendo il primo w1=(b,−a), si ottiene una base ortonormale ⟨v,w1⟩ che ha la stessa orientazione della base canonica ⟨e1,e2⟩, cioè una coppia destrosa.
Applicando questa regola si ottiene che il vettore normale alla curva si può ottenere a partire da quello tangente ed ha la seguente regola:
Una curva ordinaria è una curva sempre regolare, infatti:
1. φ’(t)=(1,f’(t)) è di classe C1 in quanto lo sono le componenti (x’=1 è la funzione costante che è continua e f’(t)è continua per definizione)
2. φ’(t)=(1,f’(t))=(0,0), e questo è banale perché c’è l’1 che non si annulla mai.
CURVE IN COORDINATE POLARI
Le curve possono essere espresse in coordinate polari, attraverso le relazioni:ρ=ρ(θ) , θ∈[θ0,θ1] . ρ rappresenta la distanza dall’origine e θ l’angolo formato con le ascisse positive.
Le equazioni parametriche nel piano cartesiano diventano
Si deve verificare cioè che non si annullano mai simultaneamente ρ’ e ρ e che ρ sia una funzione di classe C1.
LUNGHEZZA DI UN ARCO DI CURVA
Sia φ:[a,b]→Rn e sia D l’insieme di tutte le possibili partizioni D dell’intervallo[a,b] :
D∈D⇔D={t0,t1,..,tn} con a=t0<t1<…<tn=b
Un approssimazione della curva è data dalla lunghezza della spezzata ottenuta congiungendo i punti φ(t0),φ(t1),…,φ(tn), ovvero: L≃i=1∑n∥φ(ti)−φ(ti−1)∥ .
CURVA RETTIFICABILE
Un arco di curva si dice CURVA RETTIFICABILE se D∈Dsupi=1∑n∥φ(ti)−φ(ti−1)∥<∞
La LUNGHEZZA di una curva rettificabile è data da L(φ)=D∈Dsupi=1∑n∥φ(ti)−φ(ti−1)∥
TEOREMA DI RETTIFICABILITA’ DELLE CURVE DI CLASSE C1
Seφ:[a,b]→Rn è un arco di classe C1 allora la curva è rettificabile e vale
(è una generalizzazione dell’integrale di Riemann per funzioni nel piano cartesiano)
L(φ)=∫ab∥φ’(t)∥dt=∫ab(x1′(t))2+…+(xn′(t))2dt
Oppure usando la notazione dell’integrale di linea si ha:
L(φ)=∫φds
LUNGHEZZA DI UNA CURVA ORDINARIA
f:[a,b]→R , φ:[a,b]→R2 e φ(t)=(t,f(t))
Se f è di classe C1 la curva è rettificabile e la LUNGHEZZA DEL GRAFICO DIf è data da:
La lunghezza della curva non dipende solo dal sostegno (quindi dal grafico), infatti che un corpo disegni una certa traiettoria, non implica che lo stesso non possa passare due volte dallo stesso tratto.
In altre parole se una curva disegnata sul piano cartesiano (sostegno) è un quadrato di lato l non è detto che la sua lunghezza sia uguale al perimetro 4l del quadrato.
CURVA REGOLARE A TRATTI
Una curva si dice regolare a tratti quando è definita su un dominioI tale che è suddivisibile nell’unione di un certo numero di intervalliI=I1∪I2∪…∪In , su ciascuno dei quali la curva è regolare.
Esempio: Il bordo del quadrato [0,1]×[0,1] , è un esempio di funzione regolare a tratti (“è irregolare” in corrispondenza degli spigoli, qui si può notare un’analogia con i punti angolosi di non derivabilità):
Le curve φ1(t)=(t,0)t∈[0,1), φ2(t)=(1,t−1)t∈[1,2), φ3(t)=(3−t,1)t∈[2,3)φ3(t)=(0,4−t)t∈[3,4] sono REGOLARI.
Si dimostra che CURVE REGOLARI A TRATTI sono RETTIFICABILI, e la LUNGHEZZA vale:
L(φ)=L(φ1)+L(φ2)+…+L(φn)
CURVE EQUIVALENTI – CURVE ORIENTATE E ASCISSA CURVILINEA
Siano I=[a,b] e J=[c,d]
Due curve φ:I→Rn e ψ:I→Rnsi dicono equivalenti se esiste un’applicazione g:I→J invertibile e di classe C1 (diffeomorfismo di classeC1) tale che:
g’(t)=0 e φ(t)=ψ(g(t))∀t∈I
Data una curva φ , si è soliti chiamare ancora curva γ=[φ] l’insieme di tutte le curve equivalenti a φ.
La curva γ, rappresenta l’insieme di tutte le parametrizzazioni di curve, che rappresentano lo stesso cammino. Nello specifico, il passaggio daφa ψlo si può vedere come un cambio di parametrizzazione.
Esempio di curve equivalenti
φ1(t)=(cost,sint),t∈I=[0,π] e φ2(t)=(cos2t,sin2t),t∈J=[0,2π].
Praticamente φ1e φ2rappresentano due parametrizzazioni della stessa curva (mezza circonferenza). Un possibile diffeomorfismo è dato da g:I→Jg(t)=2t
Il simbolo per rappresentare curve equivalenti è ∼
Nell’esempio si ha: φ1∼φ2
Il simbolo di equivalenza gode delle proprietà:
riflessiva: φ∼φ
simmetrica: φ1∼φ2⇔φ2∼φ1
transitiva: φ1∼φ2,φ2∼φ3⇔φ1∼φ3
Ogni parametrizzazione di una curva induce un “verso di percorrenza” o più correttamente un orientazione.
Due parametrizzazioni equivalenti φ∼ψ inducono lo stessa orientazione se φ(t)=ψ(g(t)) con g(t) è monotona crescente, mentre inducono orientazione opposta se g(t) è monotona decrescente. La monotonia è garantita dal fatto che g(t)è invertibile.
Si può osservare che curve equivalenti con la stessa orientazione, hanno lo versore tangente (punta nella direzione di percorrenza) in ogni punto del sostegno, mentre curve equivalenti con orientazione opposta hanno in ogni punto del sostegno versore tangente uguale in modulo e direzione, ma opposto in verso.
La lunghezza di parametrizzazioni equivalenti è la stessa, indipendentemente dall’orientazione.
Il passaggio da una parametrizzazione all’altra in un integrale curvilineo corrisponde ad una sostituzione.
Facendo a questo punto la sostituzione s=g(t)⇒ds=g’(t)dt
L(φ)=∫cd∥ψ’(s)∥ds=L(ψ)
INTEGRALE CURVILINEO DI UNA FUNZIONE
Integrale su una curva regolare: Sia f:Ω→R , una funzione continua su un apertoΩ⊆Rn , γ una curva di classe C1(regolare) con sostegno in Ω e φ una parametrizzazione di γ (cioè γ=[φ] ), allora φ(t)=(x(t),y(t)),t∈[a,b] .
Si vuole definire un integrale che calcola l’area della superficie che sottende il grafico di f in corrispondenza della curva γ.
Anche in questo caso si parte definendo l’insieme delle possibili partizioni del dominio.
Sia φ:[a,b]→Rn un arco di curva regolare e sia D l’insieme di tutte le possibili partizioni D dell’intervallo[a,b] :
D∈D⇔D={t0,t1,..,tn} con a=t0<t1<…<tn=b
Data una partizione D , una maggiorazione S(D) dell’area cercata è data dalla somma di tutte le aree ottenute moltiplicando la lunghezza del tratto di curva li che congiunge due punti adiacenti φ(ti−1),φ(ti) (cioè li=ti−1∫ti∥φ’(t)∥dt ) e il valore massimo Mi della funzione che si ha percorrendo l’insieme Ω lungo il tratto di curva delimitato dagli estremi φ(ti−1)e φ(ti).(cioè Mi=t∈[ti−1,ti]maxf(φ(t)) ). Una minorazione s(D) si ottiene invece sostituendo il massimo della funzione con il minimo mi=t∈[ti−1,ti]minf(φ(t)). E si ha che:
S(D)=i=1∑nliMi e s(D)=i=1∑nlimi
Si dimostra che: D∈Dsups(D)=D∈DinfS(D) e tale valore coincide con l’integrale curvilineo di f lungo γ e vale:
Anche l’integrale curvilineo è invariante per parametrizzazioni equivalenti.
PROPRIETA’ DELL’INTEGRALE CURVILINEO
Siano f,g:Ω→R, due funzioni continue con Ω⊆Rn insieme aperto, γ una curva di classe C1con sostegno in Ω , l’integrale curvilineo gode delle seguenti proprietà:
rispetto al dominio di integrazione (possibilità di spezzare l’integrale)
Se γ=[φ(t):t∈[a,b]], γ1=[φ(t):t∈[a,c]] e γ2=[φ(t):t∈[c,b]]con a<c<b . Allora
∫γfds=∫γ1fds+∫γ2fds
Integrale su una curva regolare a tratti
Se γ è una curva regolare a tratti, allora è possibile calcolare l’area della superficie che sottende il grafico di f in corrispondenza della curva γ, spezzando la curva in n tratti di curve regolari e di conseguenza anche l’integrale nella somma di n integrali ciascuno calcolato su una curva regolare.
∫γfds=i=1∑n∫γifds
CURVE CONCATENATE
Consideriamo due curve γ1 eγ2, con φ1:[a,b]→Rn parametrizzazione di γ1e φ2:[c,d]→Rn parametrizzazione di γ2, tali che il secondo estremo di γ1coincida con il primo estremo di γ2, cioè γ1(b)=γ2(c) . Si definisce curva concatenata di γ1 e γ2, la curva γ che si ottiene percorrendo prima γ1e poi γ1 e si scrive γ=γ1⊕γ2 .
Se le due curve che si concatenano sono regolari o regolari a tratti, allora si ha:
1. L(γ1⊕γ2)=L(γ1)+L(γ2)
2. ∫γ1⊕γ2fds=∫γ1fds+∫γ2fds
Per ogni funzionef continua tale che il suo dominio contenga i sostegni di γ1 e γ2 .